Descrivi la tua professione, i tuoi prodotti finiti e le tue specializzazioni.Sono principalmente sarto su misura per uomo e donna, modellista industriale uomo – donna diploma rilasciato dall’Istituto C. Secoli riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna.Oltre a questo faccio ricami a mano,cappelli, rimessa a modello di vecchie pellicce, capi in pelle, montoni.
Che materiali usi?Soprattutto tessuti in fibre naturali lana,seta,cotone,lino
Descrivi il saper fare, le tecniche, gli strumenti e i materiali che usi nel tuo lavoro.Da parte mia vado dall’idea, quindi il disegno di ciò che voglio creare anche quando si tratta di un abito o quanto altro venga richiesto dal cliente,alla realizzazione del cartamodello, taglio e confezione. Gli strumenti di lavoro sono forbici, riga, squadra, centimetro da sarto, aghi, spilli, macchina da cucire, taglia e cuci, macchina di copertura.Molta parte del lavoro viene però svolto a mano
Qual è il profilo tipico della tua clientela?Ceto medio che desidera capi personalizzati
A che età e in quali circostanze hai iniziato questo lavoro?Trent’anni,dopo aver partecipato agli anni della contestazione del ’68 ed essere entrato in FIAT Mirafiori per capire come funzionava il lavoro in una multinazionale, non avendo ultimato l’Università (ero iscritto a Medicina) ho dovuto pensare a che lavoro fare,penso, un pò inconsciamente, di aver scelto questo percorso perchè mia madre oltre ad essere prof.ssa di Pedagogia era anche maestra di taglio uscita dalla Scuola di Giulia Maramotti a Reggio Emilia e si è sempre dedicata anche alla sartoria.
Dove e per quanto tempo sei stato formato prima di essere pronto per iniziare la tua attività? In un istituto di formazione, con un artigiano o entrambi? Quale pensi sia il modo migliore per imparare il tuo lavoro oggi? Scuole, formazione con artigiani …?Ho aperto l’attività con mia madre e per due anni ho frequentato prima la scuola di G. Maramotti a Reggio Emilia che era ancora aperta,dopo mia madre ha iniziato ad insegnarmi, poi ho frequentato l’Istituto C. Secoli dove ho fatto in un anno la modellistica uomo e donna, direi che per tre anni ho approfondito le tecniche del lavoro mentre ho approfondito anche storia della moda e del costume per avere un quadro più approfondito del settore. Dalla mia esperienza io penso che sia importante avere una buona base teorica ma poi serve l’esperienza di formazione con un artigiano. Bisogna imparare bene le regole per poterle trasgredire con consapevoezza.
Che ruolo hanno “talento” e “creatività” nella tua professione?Sono due aspetti molto importanti se vuoi essere un artigiano che non si limita ad eseguire con perfezione le tecniche del lavoro.
Penso che la creatività e il talento ti permettono di rinnovare continuamente il percorso lavorativo e la trasgressione delle regole che ti porta spesso a trovare risultati nuovi ed interessanti
E per quanto riguarda l’innovazione, quali sono i cambiamenti da quando hai iniziato? Utilizzi nuovi materiali, strumenti o processi nella produzione e nel marketing? Qual è l’impatto dell’innovazione sulla tua performance? Come potrebbe la tua professione essere ancora più innovativa?Da quando ho iniziato ho sempre cercato di seguire anche le innovazioni che il tessuto ha avuto e ho sperimentato anche nuovi materiali cosidetti tecnologici ma questo è ovvio.Le più grosse novità ci vengono dal modo di comunicare coi clienti ora si lavora molto col web, direi che si è aperto un mercato per noi anche in parte tutto da conoscere nel quale muovere il nostro percorso .
Qual è il modo migliore per imparare la tua professione?Il modo migliore è avere la pazienza di sporcarsi le mani facendo molta esperienza ma accostare alla conoscenza delle tecniche anche lo studio teoriche delle varie facce che il nostro mestiere ha.
Qual è il tuo messaggio per le generazioni più giovani che vorrebbero scegliere la tua professione?E’ una professione che ti da anche libertà e soprattutto impegna la testa insieme alle mani è quindi un percorso completo dove la testa si riconcilia con le mani del fare in questo lavoro si imparano anche i tempi reali del fare si recupera il concetto che ” fretta e bene non stanno insieme “. E’ un mestiere che sollecita le capacità creative e la sperimentazione.