Sono un fiscolaio di Specchia, un borgo salentino in provincia di Lecce. Appartengo alla quarta generazione di una famiglia di fiscolai che tramanda la tradizione dal 1890, anno in cui la bottega è stata fondata.
Al tempo i fiscoli venivano utilizzati come filtri per la spremitura dell’olio. Il fiscolo, infatti, è un recipiente filtrante a doppio disco dove venivano inserite le olive macinate e poi sottoposte alla torchiatura. La pasta all’interno veniva sgretolata da delle macine di granito e successivamente inserita all’interno del fiscolo. I fiscoli poi venivano impilati in una pressa e avveniva così la spremitura per ottenere l’olio. Quest’olio aveva un grado di acidità talmente alto che veniva utilizzato anche per l’illuminazione delle grandi città.
I fiscoli erano realizzati con l’intreccio di fibre di cocco e giunco provenienti dall’India e dalla Grecia. Ad oggi, i fiscoli hanno perso la loro funzione originaria, vengono realizzati in materiali sintetici e utilizzati come oggetti d’arredamento. La tecnica tradizionale di realizzazione del fiscolo non è comunque stata persa, anzi, per evitare che questo mestiere scompaia, ci siamo reinventati, continuando a lavorare la rafia e le fibre di cocco, con i quali creiamo prodotti di uso quotidiano, come tappeti, sottopentola, sottopiatti e cesti.