KINTSUGI – RESTAURARE CON L’ORO
Kintsugi è un’antica tecnica giapponese per il restauro della ceramica. Il suo nome deriva da “Kin” oro – “tsugi” ricongiunzione.
Secondo la leggenda più accreditata, ebbe origine nel XV secolo d.C., quando Ashikaga Yoshimasa, ottavo shogun di Ashikaga, dopo aver rotto la propria tazza di tè preferita, la inviò in Cina per farla aggiustare. Le riparazioni purtroppo avvenivano con legature metalliche poco estetiche e per niente funzionali. L’oggetto sembrava ormai perduto, ma il suo proprietario provò ad affidarlo ad alcuni artigiani giapponesi che, sorpresi dalla tenacia dello shogun nel riavere la sua amata tazza, decisero di provare a trasformarla in un gioiello riempiendo le crepe con resina laccata e polvere d’oro.
Kintsugi è un’arte unica, che manifesta appieno le caratteristiche della tradizione giapponese. Questa cultura, infatti, nei secoli ha sviluppato un concetto di bellezza molto diverso dal nostro: per i giapponesi un oggetto che ha una storia e un significato è di gran lunga più prezioso di uno nuovo, per questo nelle crepe incollate della ceramica mettono l’oro. Non solo, il concetto di bellezza in Giappone, diversamente dal nostro, a poco a che vedere con la perfezione e la simmetria. Lo storico americano Donald Keene, sostiene che l’estetica giapponese è caratterizzata principalmente da tre aspetti: asimmetria, semplicità e caducità.
Proprio perché il kintsugi rispecchia appieno la mentalità