Il Consorzio Artigiano Tela di Penelope è una ditta specializzata nel restauro e nella conservazione di tessili in tutte le loro declinazioni. Il Consorzio è composto da restauratrici professioniste diplomate in Restauro Tessile presso la Scuola di Alta Formazione e di Studio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Le socie del Consorzio sono: Simona Laurini, Azelia Luigia Lombardi ed Elisa Zonta.
La conservazione dei costumi, quindi oggetti tridimensionali, è un aspetto complesso del nostro lavoro che comprende un accurato studio dei tagli sartoriali e delle modifiche che un costume può aver subito nel corso dei secoli. L’esperienza su costumi ed accessori comprende lo studio della confezione, l’elaborazione della scheda VEAC, il restauro, l’eventuale riproduzione/completamento di parti mancanti, la rimessa in forma, la preparazione di manichini su misura, l’allestimento in mostra e la consulenza sull’immagazzinamento e la buona conservazione di costumi ed accessori. Numerosi sono stati gli interventi della Tela di Penelope su costumi femminili antichi, giubbe e divise militari, abiti di statue vestite, abiti di alta moda novecenteschi, costumi Rai e teatrali, abiti vintage.
Gli arazzi, anche detti panni, sono tessuti di ampie dimensioni realizzati a telaio sulla base di un disegno preparatorio (cartone), spesso opera di un pittore; potevano essere in lana, seta, cotone, ed i più preziosi potevano presentare trame supplementari in filato metallico in oro e argento. La funzione degli arazzi era principalmente quella di coibentare gli ambienti per cui, una volta appesi, assommavano la funzione di isolamento termico durante l’inverno a quella decorativa. Le varie tipologie di arazzo su cui abbiamo effettuato interventi ci ha indotto ad avviare un data-base per definire i coloranti di alcuni panni particolarmente interessanti, collaborando con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa, che già da alcuni anni si occupa di analisi di coloranti di opere tessili e ad arazzo in restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Molteplici erano i manufatti realizzati in cuoio dipinto, punzonato e impresso, tecnica decorativa utilizzata perlopiù dalla seconda metà del XVI secolo fino al XVIII secolo, che torna in auge nella seconda metà dell’Ottocento. Ci siamo occupate del restauro di tappezzerie, paliotti d’altare, pianelle, portantine, paraventi, turcassi in cuoio per frecce, tutte opere dipinte e punzonate oppure decorate a impressione, predisponendo i manufatti che lo richiedevano all’esposizione con pannelli idonei alla conservazione.
L’esperienza con i manufatti in paglia e fibre vegetali ha avuto origine da una collaborazione avvenuta durante il periodo formativo del corso di restauro dell’Opificio con il Museo della Paglia e dell’Intreccio D. Michelacci di Signa (Firenze), che si è concretizzato in un’esposizione per la quale ci siamo occupate di paliotti su tela con paglia applicata. Tale esperienza ci ha consentito di approfondire, di pari passo con studi e ricerche, le indagini sui materiali e sulle metodologie di restauro, affrontando il restauro di candelabri e paliotti su struttura lignea con tela e paglia, cappelli e materiali archeologici in fibre vegetali.
L’esperienza è progredita con manufatti demoetnoantropologici come faretre, tamburi, foderi di pugnali realizzati con la commistione di numerosi materiali.
L’ultima esperienza è stata il restauro, svolto presso il Museo Egizio di Torino, di sandali, panieri, setacci e ceste egizi in fibra vegetale.